Terapia con mentoniera per correggere la mandibola: efficacia e rischi

Il tuo dentista ha detto che tuo figlio ha una terza classe ma non sai cosa sia? Se la soluzione al suo problema è la terapia con mentoniera sei nel posto giusto. Ecco la guida completa.

Le malocclusioni a volte possono essere quasi del tutto impercettibili. Ci sono pazienti che si lamentano del canino leggermente ruotato o di un lieve affollamentosi desidera un sorriso perfettamente armonico.

sorriso perfetto

In altri casi però, il problema non è solo dentario, e quindi evidente soltanto all’occhio più attento, bensì coinvolge in maniera più o meno grave la basi scheletriche.

Un esempio lampante è la terza classe scheletrica. Vediamo di che si tratta e in quali casi la terapia con mentoniera può risultare efficace.

Terza classe: la malocclusione temuta dai più

La terza classe è una malocclusione che è sempre stata considerata una sfida per gli ortodontisti. 
Essa ha una prevalenza del 5% tra gli individui di razza caucasica e del 21% di razza asiatica e può essere scheletrica o dentaria a seconda che siano alterati i rapporti tra le basi scheletriche o i denti. 
La terza classe scheletrica clinicamente si presenta con:

  1. osso mascellare retroposizionato o iposviluppato;
  2. mandibola posizionata in avanti o ipersviluppata;
  3. la combinazione delle due condizioni.

Nell’adulto questa malocclusione solitamente crea notevole disagio al paziente sia da un punto di vista sociale che psicologico. 

malocclusione di terza classe

Da un punto di vista terapeutico i dispositivi cambiano in base alla sotto-tipologia e alla severità del disturbo ma soprattutto in base all’età del paziente.

In età adulta, purtroppo non è più possibile riorientare nello spazio le basi ossee pertanto l’unica via percorribile per risolvere il problema è quasi sempre la chirurgia.

Nei bambini, prima si interviene e meglio è.
È stato stimato in numerosi studi scientifici sulla crescita scheletrica che idealmente le terapie per le terze classi iniziate entro i 7 anni di età godono di una maggiore efficacia.

L’uso della mentoniera

Le fionde mentoniere sono dei dispositivi di trazione extraorale utilizzate nelle forme di terza classe in cui vi è un ipersviluppo della mandibola rispetto al mascellare superiore.
Possono essere morbide in pelle o rigide in plastica o metallo.

Tale presidio contrasta l’aumento di sviluppo dimensionale della mandibola e ne ridireziona la crescita mediante l’utilizzo di forze tra 600 g e 1000 g, applicate per almeno 14 ore al giorno.

terapia con mentoniera

Gli effetti della terapia con mentoniera dipendono essenzialmente dal tipo di trazione eseguita. Difatti, esiste:

  • Trazione alta o verticale;
  • Obliqua;
  • Trazione bassa o cervicale.

La tipologia di trazione esprimerà un vettore di forza tale da determinare un differente spostamento delle ossa e di conseguenza anche dei denti.

Per contrastare gli esiti anti-estetici della terza classe e per ridirezionare la crescita della mandibola si predilige sempre una trazione che faccia passare il vettore di forza al di sotto del condilo della mandibola.

condilo della mandibola
In rosso il condilo della mandibola

Effetti e rischi della terapia con mentoniera

Il paziente ideale per una terapia con mentoniera dovrebbe possedere una altezza facciale ridotta o al più normale. In poche parole un viso corto.

Purtroppo questa peculiarità è presente soltanto in 1/3 dei pazienti con terza classe scheletrica, fatta eccezione per gli asiatici che ne beneficiano maggiormente rispetto ai bianchi.

L’avere un viso allungato (altezza facciale aumentata) risulta essere una controindicazione all’uso della mentoniera.

biotipo facciale
Da sinistra verso destra: viso corto, viso normale, viso allungato.

A seguito della terapia si assisteranno alle seguenti modifiche dento-scheletriche:

  1. la mandibola si sposta in basso e indietro;
  2. il viso si allunga;
  3. gli incisivi inferiori si spostano lingualmente (internamente);
  4. gli incisivi superiori sporgeranno maggiormente.

Ne deriva che anche la presenza prima della terapia di incisivi superiori sporgenti è una controindicazione.

Il rischio principale della terapia con mentoniera, così come di tutte le riabilitazioni per le terze classi è la recidiva.

Solitamente, il picco di crescita della mandibola si aggira attorno ai 14 anni nelle femmine e ai 16-17 anni nei maschi.
Può capitare difatti, che al termine della terapia, il paziente recidivi e che la situazione possa aggravarsi nuovamente.

In tal caso l’unica soluzione diventa la chirurgia ortognatica.


In conclusione, la mentoniera resta un ottimo rimedio per contrastare l’ipersviluppo mandibolare e per riorientare la mandibola nello spazio.

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