Impianti dentali nei fumatori: rischio o certezza? Ecco la verità

Sei un fumatore e vorresti ricorrere agli impianti dentali? Il fumo è l’unico vizio che hai e preferiresti non smettere? Vediamo cosa dice la letteratura scientifica sugli impianti dentali nei fumatori.

Il fumo è associato ad una vasta gamma di rischi per la salute ed è implicato nella manifestazione di numerose patologie.

A livello del cavo orale predispone a carie, parodontiti e neoplasie; ma è compatibile con gli impianti?

fumo di sigaretta

Gli impianti sono delle radici artificiali che devono integrarsi con l’osso che li ospita.

Il processo di osteointegrazione prevede che l’osso guarisca attorno all’impianto stesso, garantendogli stabilità nel tempo.
È proprio tra osso e impianto che il fumo può esplicare il suo potenziale dannoso.


Indice:

  1. Dati in letteratura sugli impianti dentali nei fumatori
  2. Fallimento implantare
  3. Eventuali compromessi

Cosa dice la letteratura scientifica sugli impianti dentali nei fumatori?

Per poter capire quali sono le reali correlazioni tra fumo e impianti abbiamo analizzato le pubblicazioni scientifiche più aggiornate sull’argomento.

Sono emerse due revisioni sistematiche: una del 2016 e una del 2015. In quest’ultima, è stato comparato l’inserimento di 19,836 impianti in pazienti fumatori con l’inserimento 60,464 in pazienti non fumatori. Cosa è emerso?

revisione sistematica fumo e impianti
Le revisioni sistematiche sono le evidenze scientifiche a più alta qualità.

I risultati della review dimostrano come l’inserimento di impianto dentali in fumatori aumenti il tasso di fallimento dell’impianto, l’incidenza di infezioni post-operatorie e la perdita di osso.

L’aumento del rischio di fallimento è correlato agli effetti del fumo nella formazione di osso e di vasi.

È stato notato come la nicotina inibisca l’espressione genica di alcuni enzimi che regolano il rimodellamento osseo, portando di conseguenza ad una più difficile osteointegrazione.

In più, tale sostanza ha effetti diretti sui vasi producendo vasocostrizione, la quale determina scarsa ossigenazione e ridotto apporto di nutrienti ai tessuti.

Un osso che riceve scarso apporto di ossigeno e sostanze nutritive è un osso sofferente che fa più fatica ad integrare l’impianto.

impianti dentali nei fumatori

Fumo e impianti non vanno d’accordo nemmeno per quanto concerne il rischio di perdita di osso e di complicanze post-operatorie.

È stato valutato come la perdita ossea attorno all’impianto fosse significativamente più elevata nei fumatori rispetto ai non fumatori, soprattutto a carico dell’arcata superiore.

Inoltre, considerato che la placca batterica aderisce più velocemente ai tessuti dei fumatori, questi ultimi sono molto più esposti a complicanze quali:

  • Mucositi;
  • Peri-implantiti;
  • Ulteriore perdita di osso.

Tirando le somme…

Buttando giù qualche numero, il fallimento implantare nei pazienti fumatori è 2.23 volte superiore a quello dei non fumatori.
In 12 mesi di tempo, è stato riportato il 93,04% di successo per i non fumatori e un 82,82% per i fumatori.

In un secondo studio, dopo 60 mesi il successo per i non-fumatori era del 82,7% mentre per i fumatori del 65,3%.

Questi dati stanno ad indicare come il rischio di perdere l’impianto si faccia per i fumatori sempre più concreto.
Per i non-fumatori grossomodo la percentuale resta stabile.


Esiste un compromesso tra fumo e impianti?

Appare dunque evidente che il fumo rappresenti una controindicazione all’impianto.
Se hai intenzione di eseguire una terapia implantare, l’ideale sarebbe sicuramente smettere.

Non è mancata tuttavia, nel corso degli anni, la ricerca di eventuali compromessi. Branemark, considerato il padre dell’Implantologia, nel lontano 1996 suggerì il protocollo di sospensione del fumo.

impianti Branemark
Branemark è considerato il fondatore dell’Implantologia

Tale protocollo prevede la sospensione del fumo di sigaretta per 1 settimana prima e per 8 settimane dopo l’inserimento dell’impianto. Questa strategia riduce il rischio di mancata osteointegrazione, con percentuali di successo superiori, seppur ancora più basse di quelle dei non-fumatori.

Non si eliminano tuttavia le complicanze a lungo termine.
Pertanto non è da considerarsi un compromesso affidabile.


In conclusione, il fumo incide negativamente sul tasso di successo implantare. La nicotina aumenta il rischio di infezioni post-operatorie e la perdita di osso attorno all’impianto. Per queste ragioni è fondamentale motivare il paziente a smettere di fumare o a limitare il fumo il più possibile.

 

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