Curarsi nei centri dentali low cost: scelta valida o sbagliata?

Quasi sicuramente anche tu almeno una volta nella vita ti sei affidato a delle note compagnie aeree low cost per le tue vacanze estive, e ti sei trovato molto bene. Ma vale anche per l’odontoiatria? Scopriamo insieme se recarsi ai centri dentali low cost è una scelta giusta o sbagliata.

Secondo dati forniti nel 2016, circa il 36% degli italiani che hanno bisogno del dentista vi rinuncia, soprattutto per problemi economici.
“Il dentista è caro” è una delle tipiche affermazioni che si sentono in giro.

Proprio l’aspetto economico attira sempre più pazienti a rivolgersi ai centri dentali low cost piuttosto che ai dentisti privati. Tali centri, volgarmente chiamati cliniche, propongono prezzi più convenienti, almeno in apparenza; ma la qualità sarà ugualmente elevata?


Indice:

  1. Perchè i centri dentali low cost hanno prezzi così bassi?
  2. Low cost che non sono proprio dei low cost
  3. Low cost significa low quality?
  4. Le sette spie di bassa qualità
  5. Il caso di Ornella
  6. La segnalazione di un dentista che ci ha lavorato
  7. Cliniche low cost o centri low cost?

Perchè i centri dentali low cost hanno prezzi così bassi?

I centri low cost riescono a mantenere delle tariffe così bassi utilizzando delle strategie di marketing e investendo molto in pubblicità per attirare i clienti mettendo ben in evidenza i prezzi.

Alcuni aspetti coinvolti nell’abbattimento dei costi sono:

  • L’acquisto degli strumenti, dei materiali o delle apparecchiature è spesso condiviso con altri centri appartenenti alla stessa catena: si possono ottenere degli sconti fino al 20% acquistandone grandi quantità;
  • I materiali utilizzati sono spesso di bassa qualità e provenienti dall’estero;
  • Politica del “fare in fretta”. Occorre fare molto in fretta, accorciando i tempi di lavoro;

    centri low cost scarsa qualità
    Nei centri low cost vale la regola del fare in fretta. Ma siamo sicuri che il risultato finale sia lo stesso?
  • I dentisti associati percepiscono uno stipendio fisso a tariffa oraria (5-9 euro l’ora);
  • la maggior parte di questi centri sono localizzati nelle periferie delle città per ammortizzare le spese di fitto;
  • Sono arredate con uno stile piuttosto essenziale per ridurre i costi di gestione.

Il paradosso: low cost che non sono proprio dei low cost

Diamo invece uno sguardo al portafogli facendo un’analisi approfondita.
I centri dentali low cost, pur avendo politiche interne molto differenti, non hanno prezzi molto più bassi rispetto al dentista tradizionale.

Per un impianto ad esempio i prezzi variano da 500 fino a 1.350 euro, con una media di 947 euro, contro i 1.200 euro di uno studio privato. Il prezzo medio dei centri dentali low cost quindi è inferiore, ma non di molto.

costo di cure odontoiatriche

Low cost significa low quality?

Alcuni pazienti sono convinti che risparmiare dal dentista sia un po’ come scegliere lo stesso prodotto in due supermercati diversi.
Si è attratti dal prezzo più basso, certi del fatto che il risultato finale sia poi lo stesso.
Ma è davvero così?

Come può una Ferrari costare quanto una Panda?
Indubbiamente, così come il range di prezzo di un’auto può oscillare a seconda degli optional e degli accessori che si intendono inserire, alla stessa maniera sui prezzi per un trattamento odontoiatrico possono influire alcuni fattori marginali quali il prestigio dello studio o l’esperienza dell’odontoiatra.

auto da corsa

Ma inevitabilmente c’è una soglia di tariffe al di sotto delle quali non si può scendere.

Se i prezzi sono stracciati evidentemente qualcosa non va.
Nei centri low cost il paziente diventa cliente, è un numero che deve fatturare.

Le 7 spie di bassa qualità

L’interesse n°1 diventa fare soldi.

Lo si fa concentrandosi sulla soluzione più semplice e immediata del problema, piuttosto che nel dare al paziente un quadro chiaro e orientato al ripristino della salute orale nel lungo periodo.
Ecco alcuni esempi di gestione interna che rendono i centri dentali low cost dei low quality:

I. Politica del “fare in fretta”: bisogna fare tutto e subito perchè il tempo perso per un paziente può essere utilizzato per un altro;

II. I materiali utilizzati sono spesso di bassa qualità, obsoleti o provenienti dall’estero;

materiali dentaliIII. Stile di lavoro a “catena di montaggio”: il paziente si disperde tra millemila dentisti, venendo persa la figura del dentista di fiducia;

IV. Le protesi dentarie vengono solitamente costruite in laboratori che non offrono nessuna garanzia di qualità. A volte i laboratori sono esteri con materiali vietati in Italia e pericolosi per la salute;

V. La prerogativa è la terapia e non la prevenzione: ad esempio non si istruisce il paziente ad una corretta igiene orale domiciliare;

VI. Gli strumenti potrebbero non seguire tutte le fasi di una corretta sterilizzazione oppure potrebbero mancare le sterilizzatrici di classe B, sinonimo di alta qualità.

VII. Si potrebbero trascurare norme igieniche di disinfezione degli ambienti o della poltrona tra un paziente e l’altro.

autoclave

Il caso di Ornella

Ornella è una signora di 60 anni che si è affidata ai centri low cost, finendo per visitarne 13.
La sua storia potrebbe tranquillamente essere la tua, così come quella di milioni di italiani che si recano ai centri dentali low cost.

Ecco cosa le è accaduto.

1. Ornella, spesso non sapeva nemmeno il nome di chi doveva operarla.
Non ha mai visto esposti i nomi dei dentisti che lavoravano nei low cost.
Al più era indicato solo il direttore sanitario.

2. Ha incontrato il dentista solo il giorno del trattamento.
L’anamnesi è sempre stata eseguita dall’assistente,così come la consegna del preventivo.

3. L’insegna commerciale prevaleva sul singolo dentista.
Nessuno garantiva ad Ornella la possibilità di essere seguita sempre dallo stesso professionista, aspetto invece molto importante.

4. In 8 casi su 10 la visita è stata sbrigativa.
Il dentista dopo aver visionato la radiografia, ha controllato la mobilità dei denti con la mani senza usare gli strumenti idonei.

test di mobilità
La valutazione della mobilità si fa mediante l’uso di due strumenti rigidi

5. Ogni piano di cura proposto era differente dall’altro.
Alcuni rilevavano problemi inesistenti, altri si sono incentrati sul ripristino dei denti mancanti con impianti e corone.
Spesso venivano ingigantite le cose.

È stata dunque proposta la soluzione più immediata, veloce e semplice.

La segnalazione di un dentista che ci ha lavorato

Tempo fa, in un servizio de “Le Iene“, un anonimo dentista ha raccontato la sua esperienza lavorativa presso un centro low cost.

Come racconta l’ex dipendente, il titolare del franchising lo aveva istruito affinchè rilevasse problemi inesistenti: carie che non c’erano, estrazioni non necessarie, terapie ortodontiche inutili.
L’obiettivo era far guadagnare soldi al centro dentale.

radiografia panoramica

Insospettita dal racconto del professionista, la celebre trasmissione di Italia 1 ha scelto di indagare, inviando alcuni complici che non soffrono di nessun problema dentale ad usufruire della visita gratuita presso tre diverse catene dentali low cost.

E in effetti, a tutti e tre i falsi pazienti vengono riscontrati problemi di fatto inesistenti.

Addirittura, nel caso di una inviata  viene riscontrata la necessità di rimuovere addirittura nove carie, per un conto totale vicino ai mille euro.

Cliniche low cost o centri low cost?

Numerosi centri dentali low cost si autodefiniscono cliniche. Tuttavia, è bene notare che si tratta di un termine improprio in quanto le cliniche sono strutture universitarie in cui si tiene formazione, ricerca ed assistenza. 

I centri low cost normalmente sono catene di dentisti costituite da realtà molto differenti: società di capitali, franchising, cooperative, che sono accomunate da una flessibilità di orari e di giorni spesso molto più ampia rispetto agli studi tradizionali.

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