L’importanza di una contenzione dopo l’apparecchio: ecco a cosa serve

Hai da poco rimosso l’apparecchio e i tuoi denti sono tornati come prima? Dopo tutti questi anni di sacrifici non sei disposto a ricominciare una nuova terapia ortodontica? Scopriamo insieme l’importanza di una contenzione dopo l’apparecchio.

Mettere l’apparecchio è un grande investimento e sacrificio. Soprattutto da adulti, si è costretti ad accettare un compromesso: rinunciare al proprio sorriso per averlo più bello dopo un po’ di tempo.

Probabilmente però, se sei qui a leggere questo articolo ti è accaduto qualcosa di spiacevole: è tornato tutto come prima. 

Molti pazienti difatti, dopo aver rimosso l’apparecchio assistono ad un progressivo riaffollamento dei denti. Ritornano piano piano storti…

denti storti dopo l'apparecchio

Si prova un misto tra rabbia e rancore, ci si sente quasi truffati dal dentista. Ma qual è la verità? Cosa non ha funzionato nella terapia?


Indice:

  1. Cause della recidiva ortodontica
  2. Fattori di rischio
  3. Crescita residua
  4. La soluzione alla recidiva: la contenzione dopo l’apparecchio
  5. Contenzione con le mascherine
  6. Contenzione con il filo metallico

Denti storti dopo l’apparecchio: le cause della recidiva ortodontica

Quando dopo un iniziale periodo di stabilità, i denti tornano esattamente come prima si parla di recidiva ortodontica.
Se è capitato proprio a te, non sei anormale o sfortunato, si tratta di un evento ampiamente descritto nella letteratura.

Anzitutto, il rischio di avere nuovamente denti storti dopo l’apparecchio è presente in tutte le terapie, non a caso esistono metodi per impedire che questo accada.

affollamento dei denti

La principale causa è da ricercare nel parodonto.

La terapia con l’apparecchio, per definizione, mira a spostare i denti per consentire il loro corretto allineamento.
Tale spostamento è favorito dal parodonto, ovvero dai tessuti di sostegno del dente.

In particolare, i denti si spostano grazie ad un rimodellamento intelligente dell’osso alveolare che sfrutta la cosiddetta teoria della pressione tensione.

Le fibre parodontali che collegano l’osso al dente, in risposta alla forza ortodontica, nell’area in cui saranno schiacciate (compressione) daranno luogo ad un riassorbimento dell’osso.

Nell’area opposta, in cui saranno stirate (tensione), ci sarà invece la formazione di nuovo tessuto osseo.
Si realizza così lo spostamento del dente.

teoria della pressione tensione

Dopo aver tolto l’apparecchio però, soprattutto se ci sono stati grossi spostamenti, può capitare che le fibre parodontali opposte alla direzione del movimento dei denti, permangano stirate.

Ne deriva, che come una vera e propria molla le fibre riportano i denti nella posizione originaria.

Fattori di rischio della recidiva ortodontica

Normalmente, esistono numerosi fattori che sono in grado di esporre un paziente ad un rischio di recidiva:

  1. Se il caso non è diagnosticato in maniera adeguata e se il paziente non è ben seguito prima, durante e dopo il trattamento, potrebbero facilmente esserci sorprese;
  2. Eseguire grossi spostamenti generalmente predispone alla recidiva;
  3. Non eliminare le cause dell’affollamento o in generale della malocclusione;
  4. Presenza di tensioni muscolari;
  5. La persistenza di eventuali abitudini viziate;
  6. La mancanza di una contenzione.
morso aperto
Se si esegue una terapia ortodontica in un paziente con morso aperto causato da una postura linguale bassa o da abitudini viziate non trattate, è molto facile incorrere in recidive

Solitamente, i denti più esposti al riaffollamento sono gli incisivi inferiori.

Questo è dovuto sia alla natura della mandibola, meno amica dell’ortodontista.
In più, gli incisivi inferiori sono denti molto piccoli e quindi più facili da spostare.


Fonte: odontoiatria-torino

Crescita residua

Il riaffollamento inspiegabile spesso trova risposta in un accrescimento residuo della mandibola.

Solitamente il picco di crescita mandibolare è compreso tra i 10 e i 13 anni nelle femmine e tra i 14 e i 16 anni nei maschi.
Tuttavia, il fatto che esista un picco, non vuol dire che in seguito la mandibola non possa crescere più.

mandibola

Erroneamente, si pensa che tale disallineamento tardivo possa essere dovuto alla spinta dei denti del giudizio sui molari adiacenti.

Però, si tratta di un’informazione sbagliata poichè non esistono studi scientifici che dimostrano che i denti del giudizio esercitano pressione sui molari adiacenti, affollando i denti anteriori.

La soluzione alla recidiva: la contenzione

In ortodonzia la contenzione dopo l’apparecchio è la fase di stabilizzazione del trattamento ortodontico.

Si tratta dunque di una parte integrante e fondamentale della terapia in quanto si rende necessaria per evitare i denti storti dopo l’apparecchio.

apparecchio di contenzione

Tale contenzione, consente ai denti superiori ed inferiori di rimanere fermi nella loro posizione e può essere di diverse tipologie:

  • .Può essere una mascherina trasparente da portare durante la notte;
  • Si può realizzare con un filo metallico fisso posto sul lato interno dei denti, solitamente da canino a canino o da premolare a premolare;
  • Può trattarsi di un dispositivo in resina simile agli apparecchi mobili, dotato di ganci ed archi in acciaio

Contenzione dopo l’apparecchio con le mascherine

Le mascherine utilizzate per la contenzione dopo l’apparecchio sono differenti da quelle usate per spostare i denti.

In questo caso, si tratta di monoblocchi in resina che non producono alcun tipo di movimento ma che sono preposte a mantenere i denti nella loro posizione.

Solitamente sono stampate a caldo con fogli di plastica trasparente e risultano economiche e semplici da produrre.

mascherine di contenzione

Al fine di evitare la recidiva ortodontica è bene che si indossino tutte le notti almeno per 1-2 anni, nonostante molti ortodontisti suggeriscano di tenerle a vita.

È molto importante indossare sempre la mascherina con i denti puliti, lavarla quotidianamente e sostituirla se va incontro a rottura.


Contenzione dopo l’apparecchio con il filo metallico

La contenzione con il filo metallico prende il nome di splintaggio e prevede che si incolli dal lato interno dei denti un archetto fisso

Sono forme di contenzione meno ingombranti ma impediscono l’uso del filo interdentale: andrebbe difatti preferito lo scovolino o il superfloss.

splintaggio e scovolino

Favoriscono l’accumulo di placca e tartaro e possono essere applicati sia superiormente che inferiormente.


In conclusione, la contenzione dopo l’apparecchio è a tutti gli effetti parte integrante della terapia, non solo per evitare i denti storti dopo l’apparecchio ma soprattutto perchè è proprio grazie a questo strumento che il risultato ortodontico si consolida nel tempo. 

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