Ecco tutti i metodi chirurgici per coprire una radice esposta

Le tue gengive si sono ritirate e vorresti far tornare tutto come prima? Hai sensibilità ai denti e il tuo dentista ti ha detto che potrebbe essere colpa della recessione? Vediamo quali sono i metodi chirurgici più idonei per coprire una radice esposta.

Dolore alla masticazione o allo spazzolamento, sensibilità a volte anche solo respirando l’aria…sono solo alcuni dei problemi a cui si può andare incontro con una radice esposta. In tutto questo si sovrappone l’effetto anti-estetico che indubbiamente ha la sua importante valenza.

In uno dei vecchi articoli abbiamo già affrontato il tema della recessione delle gengive, descrivendo cause e conseguenze. Ma cosa fare quando si desidera coprirla?


Indice:

  1. Classificazione di Miller
  2. Tecniche chirurgiche per coprire una recessione
  3. Innesti peduncolati
  4. Innesti liberi
  5. Indicazioni e controindicazioni
  6. Accorgimenti post-intervento

L’esigenza di coprire una recessione nasce dal fatto che nel momento in cui essa recede e si ritira, parte della radice del dente affetto risulta esposta. La superficie radicolare denudata predispone a tre problemi: dolore, sensibilità e scarsa estetica.


Orientarsi con la classificazione di Miller

A tal proposito, nel 1985 un clinico di nome Miller effettuò una classificazione molto utile ed efficace per ordinare i gradi di recessione gengivale in base alla loro severità:

  • Classe 1: recessione superficiale con le papille interdentali sostenute;
  • Classe 2: recessione profonda con le papille interdentali sostenute;
  • Classe 3: recessione profonda con i tessuti interdentali riassorbiti ma non allo stesso livello del difetto;
  • Classe 4: recessione profonda con i tessuti interdentali il cui riassorbimento supera la recessione stessa.

Orientativamente è possibile coprire una radice esposta se rientra nelle classi 1 o 2.

In caso di classe 3 la ricopertura della recessione inizia a diventare difficoltosa con percentuali di successo tra il 50 e il 70%.

In caso di classe 4 è decisamente improbabile con una percentuale al di sotto del 10%.

coprire una radice esposta

La chirurgia per coprire una radice esposta

La premessa per ogni seduta di chirurgia è che prima di procedere con l’intervento è opportuno che il paziente sia privo di placca e tartaro. Dopo la normale seduta di igiene professionale è possibile pianificare la terapia.

I metodi utilizzabili per recuperare una recessione per via chirurgica sono molteplici e spesso anche molto raffinati. Basilarmente si suddividono in: innesti peduncolati e innesti liberi.

Innesti peduncolati

Coprire una radice esposta mediante un innesto peduncolato prevede che la gengiva adiacente al difetto venga fisicamente “spostata” o ruotata e poi adattata all’area da riabilitare. Si viene così a determinare un’area donatrice e un’area ricevente, rispettivamente intese come la recessione da trattare e la porzione di gengiva da spostare o ruotare.

Il lembo di gengiva usato per coprire la radice esposta non verrà completamente staccato dall’area donatrice. Basterà allentare le tensioni muscolari sottostanti e stirarlo sul dente con il difetto.

Si tratta di un intervento di microchirurgia che necessita di una normale anestesia. Inoltre ha ottime percentuali di successo anche per coprire recessioni multiple.

recessioni multiple

Innesti liberi

Gli innesti liberi hanno la medesima funzione di quelli peduncolati ma possiedono la differenza che vengono separati in toto dall’area donatrice. Prima dell’intervento, si sceglie un’area donatrice adeguata.
Generalmente è la mucosa del palato in corrispondenza dei premolari e si preleva il tessuto donatore da lì con o senza epitelio.

Successivamente, dopo aver preparato l’area ricevente in corrispondenza della recessione da riabilitare, si adatta la porzione di tessuto prelevata e si sutura.

sutura

Anche in questo caso è possibile trattare recessioni su più denti.

Ma sono interventi adatti per tutti?

Certamente curare una recessione è il sogno di tutti coloro i quali ne sono affetti, ma queste metodiche terapeutiche non sono adatte a tutti i pazienti.

Ad esempio, come già accennato nello scorso articolo, una delle cause principali delle gengive che si ritirano è lo spazzolamento vigoroso. Per via di ciò, se lo spazzolamento esercitato con eccessiva forza permane, eseguire una terapia chirurgica per riabilitare il difetto è del tutto inefficace.
Difatti la ricopertura è in seguito destinata a fallire e a la gengiva recederà nuovamente.

Potrebbe quindi essere consigliato per il paziente acquistare uno spazzolino elettrico con il sensore di pressione, in modo tale che una spia luminosa indichi se la forza esercitata durante lo spazzolamento è adeguata o meno.

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Ancora, se il paziente ha patologie in atto o condizioni che interferiscono con l’intervento o che interferirebbero con la guarigione, sarebbe opportuno rinviare l’operazione o scegliere un’altra opzione. Come ad esempio:

  • Infarto subito da meno di sei mesi;
  • Trapianto subito da meno di sei mesi;
  • Diabete non compensato;
  • Gravidanza;
  • Chemioterapia in atto;
  • Paziente con angina instabile;
  • Soggetti con parodontite o gengivite in atto;
  • Paziente scarsamente collaborante;
  • Soggetti in crescita.

Accorgimenti post-intervento…

Dopo gli interventi di ricopertura radicolare solitamente è consigliato al paziente di non spazzolare nell’area interessata dall’intervento e di procedere per circa 2/3 settimane con risciacqui con del collutorio disinfettante a base di Clorexidina.

Può inoltre essere ponderata l’idea di inserire nell’area donatrice un impacco volto a proteggere la zona operata e a favorire la guarigione.


Curare una radice esposta è una opzione terapeutica che consente di risolvere i problemi legati ad una recessione gengivale: dolore, sensibilità e scarsa estetica. Capire il grado di severità della recessione e inquadrare il paziente dal punto di vista della salute generale è fondamentale per pianificare adeguatamente l’intervento.

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