Desideri denti bianchi come le star della televisione? Non sai come sbiancare i denti in maniera sicura ed efficace? Ecco tutto quello che c’è da sapere sul power bleaching, ovvero sullo sbiancamento professionale.
Il sorriso è sicuramente l’accessorio più bello che una persona possa indossare.
E proprio per questo motivo, avere denti sani e brillanti è il desiderio di ogni paziente.
Spesso, curiosando per il web ci si imbatte in dannose tecniche di sbiancamento fai-da-te, perdendo di vista che affidandosi al professionista si può ricorrere a metodiche più sicure ed efficaci.
Svisceriamo dunque il power bleaching, analizzando indicazioni, controindicazioni e procedure cliniche.
Indice:
- I nemici dell’estetica: le macchie
- Le pigmentazioni
- Le discolorazioni
- Tipi di sbiancamento
- Indicazioni allo sbiancamento professionale
- Controindicazioni
- Sostanze utilizzate ed effetti collaterali
- Fasi del trattamento
I nemici dell’estetica: pigmentazioni e discolorazioni
È frequente che nel gergo comune si utilizzi spesso il termine “macchie ai denti”. In realtà si tratta di una accezione piuttosto imprecisa.
Un dente può apparire giallo o scuro per colpa di tartaro, carie o dei residui della famosa “colla dell’apparecchio”, ma in realtà i veri nemici dell’estetica sono le pigmentazioni e le discolorazioni, assai differenti tra loro e ciascuna richiedente un trattamento diverso dall’altra.
Le macchie ai denti estrinseche: le pigmentazioni
Si parla di pigmentazioni quando delle sostanze coloranti di varia natura si fissano allo smalto, passando negli strati superficiali del dente.
I principali responsabili di ciò sono agenti esterni: solitamente cibi, bevande o medicinali. Ecco qualche esempio:
- caffè;
- thè;
- vino rosso;
- liquirizia;
- tabacco;
- medicamenti a base di clorexidina.
Sono quindi macchie estrinseche che possono essere rimosse con uno sbiancamento professionale o addirittura con una semplice detartrasi.
Nonostante ciò, gli agenti sbiancanti non rendono i denti immuni a vita: è comunque necessario limitare le sostanze macchianti in modo tale da evitare una recidiva.
Le macchie ai denti intrinseche: le discolorazioni
.Con il termine discolorazione si intende un cambiamento di colore interno che avviene nel contesto dei tessuti dentari profondi dovuto a sostanze cromoattive. I casi più frequenti di queste macchie ai denti interne sono:
- invecchiamento: i denti si ingrigiscono con l’età;
- difetti strutturali dello smalto: amelogenesis imperfecta;
- difetti strutturali della dentina: dentinogenesis imperfecta;
- eccessiva somministrazione di fluoro (fluorosi);
- traumi dentari e necrosi della polpa;
- malattie del sangue;
- sostanze odontoiatriche come amalgama d’argento o cementi dentali;
- farmaci impropriamente somministrati in gravidanza o in giovane età, come le tetracicline.
Nel contesto delle discolorazioni, lo sbiancamento non è indicato in tutti i casi. Per fare un esempio, nelle macchie ai denti da tetracicline di grado lieve o moderato è possibile utilizzare agenti sbiancanti, mentre in quelle di grado severo sono maggiormente indicate faccette e corone.
Quanti tipi di sbiancamento ci sono?
Le procedure di sbiancamento si possono classificare in due grosse famiglie:
- Sbiancamento interno (o devitale). L’agente sbiancante viene inserito all’interno di un dente privo di vitalità. La sostanza viene fatta agire sia dall’odontoiatra in studio che lasciata in sede tra una seduta e l’altra;
- Sbiancamento esterno (o vitale). La sostanza attiva viene posta a diretto contatto con la superficie del dente.
Lo sbiancamento esterno può essere distinto ulteriormente in sbiancamento domiciliare (Home Bleaching) e sbiancamento professionale (Power Bleaching), eseguiti rispettivamente a casa e dal dentista.
Indicazioni allo sbiancamento professionale
L’indicazione principale per ricorrere allo sbiancamento professionale è rappresentata da tutte quelle pigmentazioni che non rispondono ad un’accurata pulizia professionale.
Ancora, lo sbiancamento potrebbe essere contemplato prima di dover eseguire delle faccette dentali al fine di ottenere un tessuto dentale più esteticamente favorevole.
Controindicazioni
Come ogni procedura odontoiatrica esistono diverse controindicazioni alle tecniche di sbiancamento, siano esse domiciliari o professionali.
Anzitutto non ha senso eseguire lo sbiancamento se le macchie possono essere rimosse attraverso una pulizia dei denti.
Ancora, se vi sono delle discolorazioni dovute a difetti di struttura dello smalto, queste non andranno via nemmeno con lo sbiancamento ma andrebbero preferite le faccette dentali.
Se sono presenti otturazioni o restauri protesici come corone, ponti o impianti questi non verranno sbiancati pertanto rappresentano una controindicazione.
Lo sbiancamento professionale di denti affetti da ipersensibilità rappresenta un’importante controindicazione dal momento che il trattamento sbiancante presenta come effetto collaterale lo stesso aumento della sensibilità.
Una bocca non sana da un punto di vista parodontale, e quindi che ha gengivite o parodontite, non può beneficiare di un trattamento sbiancante: occorre dapprima risanare i tessuti.
Sostanze utilizzate ed effetti collaterali
Le sostanze tipicamente utilizzate per lo sbiancamento professionale sono il perossido di idrogeno o il perossido di carbammide.
Il loro meccanismo d’azione prevede che l’ossigeno rilasciato dai perossidi penetri lungo gli strati dello smalto e della dentina scomponendo le molecole di pigmento responsabili della colorazione scura dei denti in molecole più semplici, incolori.
L’utilizzo di queste sostanze è direttamente collegato a svariati effetti collaterali.
In particolare, all’inizio del trattamento i denti possono risultare ipersensibili e ciò è causato dalla buona diffusibilità dei perossidi.
Si possono presentare microustioni superficiali, disepitelizzazioni che scompaiono nel giro di poche ore e per questo motivo è importante non praticare l’anestesia locale, perchè se il paziente avverte fastidio vuol dire che si sta sbagliando qualcosa e si deve quindi sospendere il trattamento.
Fasi del trattamento
Se vuoi sapere in maniera precisa quali sono le fasi cliniche del trattamento di sbiancamento professionale sei nel posto giusto.
Per prima cosa bisogna isolare molto bene i tessuti marginali con una sostanza detta diga liquida. Questa sorta di “isolante” si interpone tra dente e gengiva, evitando che l’agente sbiancante entri in contatto con quest’ultima.
La diga liquida per poter solidificarsi necessita della luce della lampada fotopolimerizzatrice per qualche secondo. Durante la polimerizzazione la diga potrebbe evocare un discreto fastidio in quanto si scalda e si contrae.
Successivamente, si applica il gel sbiancante sulla superficie del dente e si attendono i tempi previsti dalla casa produttrice.
Infine la diga viene rimossa e sarai in grado di apprezzare il risultato fin da subito.
Generalmente il risultato è abbastanza valido anche se si ritiene che spesso i risultati siano inferiori alle attese.
Fonte: smile contest
Conclusioni
In conclusione possiamo affermare che il power bleaching porti a buoni risultati, pochi effetti collaterali in tempi brevi.
Tra gli svantaggi possiamo considerare l’uso di sostanze molto concentrate ed il fatto che alcuni pazienti possano riferire poi una sensazione di fastidio simile a delle piccole fitte a livello pulpare.
Ma come dice il detto “chi bello vuole apparire un poco deve soffrire.”